sabato 19 marzo 2011

Un baco (da seta?)

novegiugnoduemiladieci. 9 giugno 2010. Finivano gli anni di scuola ed ero pensierosa. Quinta ed ultima ora in palestra, ferma, mentre gli amici giocano, io parlo con gente appena conosciuta di ciò che ho fatto due giorni prima. Un'esuberante 18enne (o forse un poco meno grande) mi dice "fuggi"; da cosa e perchè non saprei dire, rido, l'assecondo, dico "fuggirò", ma non penso di fuggire da niente e da nessuno perchè il mondo mi appare semplice come non mai quel nove giugno duemiladieci, perchè non mi sembra di aver niente da cui fuggire, per la prima volta. Sì, rido, rido della fuga che non farò. Poi suona la campana, attraverso il cancello l'ultima volta e ho già scordato quel "fuggi", non ne rido neanche più, non mi chiedo nemmeno perchè dovrei fuggire. La diciottenne dai lunghi capelli è solo una simpatica adolescente che vuol far la vissuta, penso, o forse non lo penso neanche, tanto poco la tengo in considerazione. Ho scordato di fuggire, ho scordato quella scena. Ora mi torna alla mente, insieme ad "un baco", scritto sul bel foglio giallino di un libro. Un baco da seta? Un bug nel pc?

sabato 12 marzo 2011

Tra il sole e la carta

Scavo in un diario che ho smesso di scrivere all'improvviso molti mesi fa.
L'ultima pagina riporta la data 4 ottobre 2010 alle ore 11 e 43 e qualcosa mi lascia intuire, che quel giorno a quell'ora molte cose apparissero facili, più di quello che erano.
E' la data della fine di qualcosa (un diario, ad esempio) o dell'inizio di qualcos'altro?

La fine della pagina dice così "Non è questo esattamente ciò che voglio ma è questo esattamente ciò che devo". O, qualche rigo prima "Amerò un altro, seppellendo il vecchio amore fra il cuore e l'aorta". C'era evidentemente una lente di ingrandimento sulla penna che scriveva perché tra il cuore e l'aorta è rimasto ben poco.
Non me ne ero accorta, ma quello era esattamente ciò che volevo!

Però, è una così bella giornata oggi, andiamo al parco?

venerdì 4 marzo 2011

Non poter dire buonanotte

Trattenere è un verbo che non conoscevo. Non trattengo le lacrime quando mi commuovo davanti a un film, né la pipì quando mi scappa la notte. Ma nel tacito obbligo a "non dire" o a "dire meno" di quel che si vorrebbe (o potrebbe?) ho imparato a trattenere le parole. Un accordo non stipulato a conservare una parte dell'immaginabile perché non si cada nell'ingorgo fanatico di frasi e azioni incontrollate. Ma dove finisce ciò che trattengo? Che resti sepolto, per diventare terreno fertile o pavimento, un giorno! Una vera buonanotte la trattengo tutte le sere. La scrivo ora, di mattina, lontana dal pericolo di una non corrispondenza, perché è per tutti ma soprattutto per nessuno: immagino una notte di cielo limpido, fisso, senza nuvole. Insomma,  una notte buona.

martedì 1 marzo 2011

La poesia e le mani

Ottilia ha mani sottili, magre ma piccole, un po' tozze. Con la pelle chiara e morbidissima, le unghie intatte e rosa. Mani candide e non troppo belle. Con una protuberanza sull'anulare della destra, dove poggia la penna quando scrive poesie. Ogni tanto poi le usa per accarezzarsi i seni.

Ettore ha mani lunghissime, affusolate, con un anello all'indice. Ha la pelle liscia, gradevole al tatto; le dita sottili sono forti, la presa è salda. Queste mani, calde, toccano corpi caldi e vi trasmettono amore. Prende appunti e muove le dita con grazia.

Bernard ha mani troppo grandi. Dure e grandi come quelle di chi suona un qualsiasi strumento musicale. Con la pelle robusta ma non dura. Le muove in modo armonioso, poggia interamente il palmo sulla tavola, se le guarda, un po' narcisista.

Virginia ha mani minuscole di bimba, chiare chiare e un po' graffiate, dato che gioca spesso in giardino tra l'erba ruvida e dato il freddo della città in cui vive. Sono piccole manine informi le sue, che distende con difficoltà per quanto le piaccia tenere in mano i fiori.

Fabrizio ha mani scheletriche, nervose e per questo eleganti. Sottilissime, dal tocco delicato ma con la pelle dura, durissima, scura e un po' rugosa. Le unghie piccole, perchè torturate nei momenti difficili. Quando accarezzano una mano amica fanno un po' male e un po' bene

Le mani sono lo specchio dell'anima.