sabato 19 marzo 2011

Un baco (da seta?)

novegiugnoduemiladieci. 9 giugno 2010. Finivano gli anni di scuola ed ero pensierosa. Quinta ed ultima ora in palestra, ferma, mentre gli amici giocano, io parlo con gente appena conosciuta di ciò che ho fatto due giorni prima. Un'esuberante 18enne (o forse un poco meno grande) mi dice "fuggi"; da cosa e perchè non saprei dire, rido, l'assecondo, dico "fuggirò", ma non penso di fuggire da niente e da nessuno perchè il mondo mi appare semplice come non mai quel nove giugno duemiladieci, perchè non mi sembra di aver niente da cui fuggire, per la prima volta. Sì, rido, rido della fuga che non farò. Poi suona la campana, attraverso il cancello l'ultima volta e ho già scordato quel "fuggi", non ne rido neanche più, non mi chiedo nemmeno perchè dovrei fuggire. La diciottenne dai lunghi capelli è solo una simpatica adolescente che vuol far la vissuta, penso, o forse non lo penso neanche, tanto poco la tengo in considerazione. Ho scordato di fuggire, ho scordato quella scena. Ora mi torna alla mente, insieme ad "un baco", scritto sul bel foglio giallino di un libro. Un baco da seta? Un bug nel pc?

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