giovedì 26 maggio 2011

Acido desossiribonucleico

La genetica è una scienza ironica.
Ieri, al telefono, mi dicevi parole gentili, in tono cordiale, con una voce chiara, serena, pulita. E ti ascoltavo entusiasta. Un po' giuliva, forse.
Poi ad un certo punto hai preso fiato. Hai tirato l'aria nei polmoni di fretta, con una foga di tornare a parlare che conoscevo, che non mi era estranea.
E allora mille e mille altre conversazioni di mille e mille altri giorni si sono ripetuta in quella nostra conversazione banale e non ho potuto fare a meno di chiudere gli occhi e desiderare di non sentire.
Vedi, nella vita non bisogna mai passare così tanto tempo con una persona da arrivare a conoscere perfino il modo in cui prende fiato.
"Ciao. Grazie. Ci sentiamo" e ho sorriso. Sperando che il tuo sorriso, almeno, abbia labbra meno carnose di altre.
La genetica è una scienza magica e beffarda.

domenica 22 maggio 2011

La casa dei doganieri

"e mai fu lungo un bacio
o breve un viaggio,
o ingannata la memoria
del suo dolore al fianco."

Sai, sono ossessionata dalla memoria. Ma questo lo sapevi già: conoscevi il testo della memoria, i contenuti del segreto della memoria, la genesi della memoria. Perché il mare di sera e lo strapiombo che ci teneva in bilico facendoti paura, facevano fiorire discorsi sulla memoria.
Tu non ricordi... e l'unica paura che mi investe è che questo non sia solo un verso di Montale. Io ricordo però, e ora so che stare sospesi, rischiando di cadere, era l'unica posizione possibile per raccontare quel segreto. Tu non ricordi.
Ma la memoria è l'unico, più grande regalo che si possa fare.
Il varco è qui?

sabato 14 maggio 2011

Volevo dire

"volevo dire
cieli vuoti di un blu che fa male."


E poi ho detto che non mi sarei più arrischiata a cercare di scorgere pensieri filosofici nelle frasi da cioccolatino che ogni tanto si leggono sui muri.
La poesia è un'arma indiretta, non ferisce, non violenta chi non la sa, chi non la vuol capire. Sarebbe bello che leggessi di poesia ogni tanto, per curare un po' il cuore, per cercare nei labirinti bui di parole mescolate, un'alba, quella luce dorata che chiamo consolazione. Avresti un sorriso più bello e più consueto. Ma siamo tutti impacchettati come regali, da consegnare il giorno prestabilito e sul biglietto d'auguri c'è scritto "vado di fretta".
Dell'odio - diceva Baudelaire - bisogna essere avari.

domenica 1 maggio 2011

"sai , vorrei tornare indietro e rivederti lì
mi basterebbe solo stringerti di più
perchè non c'ero, non ci sono stato mai
tutti quei giorni che mi hai amato solo tu"





E tra un sempre e per sempre e un enorme mistero che vola, dovrei spegnere la televisione che sta parlando da sola da molte ore. Flussi di coscienza ingestibili, inutile voglia di mettere insieme parole che non stanno bene l'una accanto all'altra. Sono i mesi che passano, la pioggia che resta, le bandiere bianche che sventolano sul mio balcone, il voto di due occhi a non lacrimare più, penso. E tutto insieme stona in modo angosciante, ma bello. Bello, credo. E mentre "credo", penso che è tardi, è già tardi per una giornata come questa.
E senza ali e senza rete, voleremo via...