giovedì 30 giugno 2011

Come i versi delle scimmie urlatrici nella foresta.

Dovremmo tirarci fuori abbastanza da questa vita che non sa. Neanche l'illusione di camminarci sopra, alle stelle, ai tappeti di porpora, alle sensazioni istantanee, diminuite e alterate e spente un giorno e quello dopo, neanche questo ci salverà.
Leggere "you are the flower of the mountain yes" e sentirsi rassicurati abbastanza da poter trascorrere un'altra notte, una nuova notte, una vecchia notte, una benedetta notte. Interrogativi generali sulle questioni del mondo, sugli ecosistemi e sui gruppi umani, sulla tecnologia e sulla solitudine. Sull'aspettativa e sulla curiosità. E sui pensieri: se possano viaggiare e scontrarsi oppure diano solo fastidio alla testa.
E poi no, se squilla il telefono non sei mai tu. Numeri e codici sullo schermo di un telefono, nient'altro, niente di poetico di sicuro.

Nessun commento:

Posta un commento