Dovremmo tirarci fuori abbastanza da questa vita che non sa. Neanche l'illusione di camminarci sopra, alle stelle, ai tappeti di porpora, alle sensazioni istantanee, diminuite e alterate e spente un giorno e quello dopo, neanche questo ci salverà.
Leggere "you are the flower of the mountain yes" e sentirsi rassicurati abbastanza da poter trascorrere un'altra notte, una nuova notte, una vecchia notte, una benedetta notte. Interrogativi generali sulle questioni del mondo, sugli ecosistemi e sui gruppi umani, sulla tecnologia e sulla solitudine. Sull'aspettativa e sulla curiosità. E sui pensieri: se possano viaggiare e scontrarsi oppure diano solo fastidio alla testa.
E poi no, se squilla il telefono non sei mai tu. Numeri e codici sullo schermo di un telefono, nient'altro, niente di poetico di sicuro.
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