domenica 20 maggio 2012

"Giuro, non scriverò più pagine di diario"

Dei capelli, degli occhi, un naso, una bocca e delle orecchie: oggi è questo la tua immagine.
Atterrita, mi rassegno a capire che non sento più niente, che sono libera. Che non c'è niente di più estraneo ora di quello sguardo, di quella forma, stagliata forse in un passato - eppure non è che ieri! - che non riesco neanche più a definire. O banalmente, stampata sullo schermo di un computer. E si fa brutto il mio modo di scrivere, perché brutta è questa sensazione. Non ho più idea di chi eravamo. Non ho più idea se eravamo.
Il labile confine fra il sollievo e l'amarezza.
E' davvero, davvero tutto finito?

lunedì 14 maggio 2012

Il cuore di tua madre per i miei cani

Fa di nuovo freddo e ti odio. Strano, come le due cose coincidano.
Il gabbiano dice che si può morire per gioco e per scelta. Marai dice che si avvisa sempre quando si muore, o si va via.
Credo di saperlo ora: non ti perdonerò mai.
Non ti perdonerò mai di esistere.
Di avermi fatto buttare tempo nella spazzatura. Il tempo che ti fa - faceva- tremare di paura è ora laggiù, sepolto insieme a te: inutile.

martedì 1 maggio 2012

Biasimo

Poi dico che fa caldo e che la mia grafia si è fatta più piccola, meno tonda. Appuntita. Oggi il mare non mi dice niente - strano - tu nemmeno.
Le parole sono un bisogno sopravvalutato.
Credevi davvero che avrei potuto leggere negli occhi?
Non basta - no! - che mi guardi con quelle tue pupille ormai disinvolte, non capisco, come - forse -  non ho mai capito.
E' il silenzio ad essere un bisogno sopravvalutato. E ora mi chiedo cosa sarebbe stato se; se avessi capito, se capissi. Anche capire è un bisogno sopravvalutato, perciò ora mi è tutto quasi chiaro, sia pure per poco.
Mi date tutti la nausea di Sartre.
Tutto questo è insopportabile.