sabato 30 giugno 2012

Una puntura di spillo.


Troppe orecchie (troppi occhi!) a cui parli, ma non certo le mie. Mi manca la presunzione per leggere il mio nome fra le tue righe.
La mia rassegnazione non sa di niente: questi silenzi irreversibili mi impediscono di arrivare a dire che forse è sempre stata la mia ambizione a disgustarti. Non sarei mai arrivata a dire “mediocre”, se tu ne avessi voluto assaggiarne un po’, ridendoci su, bevendo un caffè bruciato.
Ma è bastato un colpo di coda, una ferita superficiale perché si palesasse un’espressione sdegnata che non conoscevo, che non avrei voluto conoscere.
Non lo avverti, penso.
Chissà con chi parlavi.

“Eri più bella e più gentile prima di finire in pasto all’indolenza”

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