domenica 29 giugno 2014

Laser

Da quando ho fissato la luce rossa, quel punto rovente nell'alto dell'ambiente sterile, il ritmo del mio battito cardiaco, il passo con cui muovo i passi di questa vita, la percezione degli uomini, del giusto e del vero sono improvvisamente mutati.
La vista. Il tabù dei miei 23 anni quasi scoccati. L'ineffabilità della parola che potesse descrivere un cambiamento tanto repentino da non poter essere immediatamente capito, quello per cui, ora, non ho paura di svegliarmi la mattina. Come se dagli occhi tutti i sentimenti derivassero, è più nitido (o è semplicemente nuovo) il modo d'amare, d'odiare. Più umanamente, di conoscere.
Sette decimi di ignoto, prima. Ora, dunque, dieci di conoscenza.
E' tortuoso il cammino che mi porta a tramutare in parole quel che è successo, perché anch'io, tutt'ora, non so dire quanto è accaduto: ogni mattina, un romanzo pensato (solo pensato) sotto la doccia, su come raccontare l'assoluta rinascita. O, magari, un lungo elenco su carta di benefici e nuove gioie.
Ma, forse, meno parole sono necessarie: ho visto, quindi so. Posso ricominciare.