giovedì 30 giugno 2011

Come i versi delle scimmie urlatrici nella foresta.

Dovremmo tirarci fuori abbastanza da questa vita che non sa. Neanche l'illusione di camminarci sopra, alle stelle, ai tappeti di porpora, alle sensazioni istantanee, diminuite e alterate e spente un giorno e quello dopo, neanche questo ci salverà.
Leggere "you are the flower of the mountain yes" e sentirsi rassicurati abbastanza da poter trascorrere un'altra notte, una nuova notte, una vecchia notte, una benedetta notte. Interrogativi generali sulle questioni del mondo, sugli ecosistemi e sui gruppi umani, sulla tecnologia e sulla solitudine. Sull'aspettativa e sulla curiosità. E sui pensieri: se possano viaggiare e scontrarsi oppure diano solo fastidio alla testa.
E poi no, se squilla il telefono non sei mai tu. Numeri e codici sullo schermo di un telefono, nient'altro, niente di poetico di sicuro.

domenica 26 giugno 2011

Equilibristi

Quanto è bello camminare sopra questo filo teso.
Senza che la completezza divenga necessità. Incompleti e perfetti nella trappola di tutto ciò che non è, tessiamo e disfaciamo come Penelope una tela di attimi, di esitazioni e piccoli vuoti di senso.
La sensazione è di un filo teso che odierei spezzare e ancora di più allentare.
"Vivo di equilibri" un pensiero disse. Instabili, com'è chiaro. Lenti, faticosi a tratti, intrisi di futuro e grondanti di passato.
Che è estate, oramai lo so e potrei cucinare un tiramisù.

giovedì 16 giugno 2011

Notte crucca e assassina

Il treno che portava al sole fa sempre le stesse fermate ma l'aria umida ha un che di fruttato nel suo odore che nella notte dei tempi non c'era. E poi c'è il mare. Che trovo scritto sulla pagina di un libro o che guardo scintillare nel suo fondale consueto, mentre con i piedi che fanno male penso a Neruda che dice "noi, quelli di allora, già non siamo più gli stessi". Poi, mentre lo penso non mi sembra più di tradirmi: non me lo aspettavo. Sono salva, seppur nuova.
Eppure ho sempre gli stessi fianchi un po' larghi e le unghie dei piedi laccate di rosso ciliegia.

domenica 5 giugno 2011

Geometria non euclidea

Buongiorno brezza fredda, buongiorno.
Direi così domattina per augurare un buon inizio e un buon ritorno a qualunque cosa inizi o ritorni.
Non credo che leggere un libro o indugiare qualche minuto per trovare le parole giuste - giuste nemmeno si sa per cosa - possa riposizionare alcun tassello su questa scacchiera disfatta.
E' difficile stabilire come si possa giungere da un punto all'altro, sul piano, se non si segue una linea retta, ma una sconcertante spezzata. Lo crederesti possibile?
Le nostre geodettiche spettacolari, si sa, tracciano rotte per aerei, per gente pronta a vedere lontano.
Saliamo a bordo? Se sul piano è impossibile, guarda in cielo: basta stare un po' più in alto, con il fiato sospeso appena di più. Non ti sei mai chiesto perchè sulla sfera la distanza minima fra due punti è ben più che una retta?
Buongiorno, spero che sia un giorno caldo!

mercoledì 1 giugno 2011

Sfiorivi, fiorivano le viole

Ogni anno l'odore dei gelsomini. Forte e prorompente inizio di una stagione, fioriscono. Siamo nella stagione" dolce" e me ne accorgo quando, chiudendo lo sportello, non ho più paura di prendere la scossa.
Mentre ovunque c'è l'odore acido di tutte le piante che rinascono. Come gli alberi sulla strada della mia vecchia scuola.
"Ma come? volevo cogliertene un ramo" dicesti, percorrendo quella via. Scherzavi per fortuna. Odio quell'odore - e lo sapevi - preferisco quello dei gelsomini.
Eppure vorrei non averlo sentito ancora, quest'anno.

giovedì 26 maggio 2011

Acido desossiribonucleico

La genetica è una scienza ironica.
Ieri, al telefono, mi dicevi parole gentili, in tono cordiale, con una voce chiara, serena, pulita. E ti ascoltavo entusiasta. Un po' giuliva, forse.
Poi ad un certo punto hai preso fiato. Hai tirato l'aria nei polmoni di fretta, con una foga di tornare a parlare che conoscevo, che non mi era estranea.
E allora mille e mille altre conversazioni di mille e mille altri giorni si sono ripetuta in quella nostra conversazione banale e non ho potuto fare a meno di chiudere gli occhi e desiderare di non sentire.
Vedi, nella vita non bisogna mai passare così tanto tempo con una persona da arrivare a conoscere perfino il modo in cui prende fiato.
"Ciao. Grazie. Ci sentiamo" e ho sorriso. Sperando che il tuo sorriso, almeno, abbia labbra meno carnose di altre.
La genetica è una scienza magica e beffarda.

domenica 22 maggio 2011

La casa dei doganieri

"e mai fu lungo un bacio
o breve un viaggio,
o ingannata la memoria
del suo dolore al fianco."

Sai, sono ossessionata dalla memoria. Ma questo lo sapevi già: conoscevi il testo della memoria, i contenuti del segreto della memoria, la genesi della memoria. Perché il mare di sera e lo strapiombo che ci teneva in bilico facendoti paura, facevano fiorire discorsi sulla memoria.
Tu non ricordi... e l'unica paura che mi investe è che questo non sia solo un verso di Montale. Io ricordo però, e ora so che stare sospesi, rischiando di cadere, era l'unica posizione possibile per raccontare quel segreto. Tu non ricordi.
Ma la memoria è l'unico, più grande regalo che si possa fare.
Il varco è qui?