sabato 22 dicembre 2012

Sulla tranquillità dell'animo

Facevo fatica a distinguere la paura dall'incertezza, il gelo dal freddo, il sonno dall'inquietudine. Poi è cominciato l'autunno e ogni cosa sembrava più vera sotto la luce giallognola del sole che tramonta prima. E' davvero te che voglio? Addormentarmi al centro del letto, fra due grandi cuscini che mi proteggono? L'indolenza di lunghe notti passate a sognare motivi inesistenti di pianoforte e violino?
Le frottole che ci raccontiamo di prima mattina per non iniziare a lavorare?
Ho scelto il buon odore del riposo, le sfumature che conducono dalla calma alla stanchezza senza dolore: piano. E ho imparato che tra gennaio e luglio non ci sono che piccole, impercettibili, differenze di senso: quello che passa fra noi, tutto qui.

martedì 20 novembre 2012

Vorrei (essere volutamente naif)...

...che la mediocrità non esista.
...che i superbi si riconoscano sciocchi.
...che i falsi poeti vadano ad un concerto trash.
...che mio padre impari a dire "per favore".
...che tutte le persone si amino appassionatamente.
...che io ami qualcuno appassionatamente.
...che i cattivi rimangano soli.
...che i "maledetti" si riconosceano banali.
...che quelli che stimo mi stimino.
...essere brava in quello che mi appassiona.
...che faccia veramente freddo domani.

sabato 20 ottobre 2012

Odio e desiderio.

"E l’amo tanto che non so come desiderarla.

Se non la vedo, la immagino e sono forte come gli alberi alti.
Ma se la vedo tremo, non so che ne è di ciò che sento nella sua assenza.
In tutto me stesso ogni forma mi abbandona."


L'idea di non brillare mi attanaglia giorno e notte. Di non essere guardata, capita; quasi che tu potessi guardare e capire: chiunque tu sia. Arriva il gelo della tua stagione e non mi sembra più d'essere me, costretta a muovermi in abiti troppo pesanti e goffi.
E' il freddo della nostra Inghilterra, che mai amerò tanto quanto il mare. Non riesco a scriverti, vedi? Mi piaci tanto che non so come desiderarti.

lunedì 1 ottobre 2012

Asciutte vicinanze.

Se sia un bicchiere di vino in più o una carezza spezzata a fare di me un perfetto incrocio fra una persona sincera e una gatta arrabbiata - questo nemmeno io posso dirlo.
Tu che hai capito? Cosa hai letto nel tremolio della mia voce, nel tono sommesso del mio "salve"?
Tu che hai cercato in questa affettata vicinanza?
Questo sprezzante universo ideale fatto di favole, fatica e penne.
Vorrei stringere mani, intessere discorsi e sorrisi. Una forma privilegiata e rarefatta di amore.

Ma ditemi, vi prego, voi almeno vi siete accorti di quanto, ma proprio tanto, siano più belli i miei occhi dei suoi?

sabato 8 settembre 2012

Subitanea voglia di inverno

Ho lavato con la candeggina le camicie sporche d'estate e d'incomprensioni; tollerato foschie improprie, estranee alla mia stagione: è stato bello, è stato utile, è stato limpido. E per la prima volta, nella vita, non ho paura, ma desiderio, che arrivi il gelo, un gelo di purezza, senza sudori e lontananze.
Tutto perdonando, tutto rilasciando, tutto salvando, incominciare suona colmo di profumi, gioie e aspettative.
Perché immagino sarà perfetto quest'inverno, per poter restare un po' con te.

giovedì 30 agosto 2012

Grammatica dell'intolleranza

Non vedo perchè dovrei amarti, malgrado il tuo affanoso respiro disgustoso; sopportarti malgrado il tuo goffo e irritante modo di stare al mondo. La tua voce pesante, le tue mani violente e violate, la tua pelle che rovina ogni odore: cosa c'entro io con te?
Se poi non mi aveste dato adito, ora, a portare rancore? Odiare fa spavento, lei non se n'era accorta.

martedì 21 agosto 2012

Luis Sepulveda: suggestioni.

"Non ho bisogno di silenzio perché non ho più nessuno a cui pensare"
Ho pensato, stamattina, a volti che non ricordo. Avrei potuto evitarlo e lasciare la mente fissa sulle suggestioni vivide di oggi. Immaginare conversazioni con volti opachi: a che pro? Un divertissement, un gioco ozioso di chi si è alzato presto perché non sapeva più che cosa sognare.
Il tempo è di nuovo scaduto e tutti i volti tornano nell'oblio, insieme a tutte le altre storie che, con un po' di sforzo, si potrebbero raccontare.
Torna la frenesia di questi giorni di passaggio: mi rende felice.

Mamme, ai vostri bambini, leggete "storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"!

lunedì 13 agosto 2012

Spelling

Sentirsi sporchi all'improvviso una mattina d'agosto. Per colpa di un fattorino sgarbato? Per una consegna tardiva?
Non temo me. E' un'inquietudine torrida fatta di ansia, risentimento e ricordi: tutto mescolato insieme. Difficile da dividere. Vorrei poter scandire questa mia irrisolta conflittualità, ma l'ingranaggio è arrugginito, guasto, fa fatica a funzionare ancora.
Ripetere freneticamente che non mi importa più niente di te. Di voi, piuttosto; non consola, ma attenua: mette da parte, scandisce, fa lo spelling di una parola almeno, in questo discorso incompleto.

sabato 14 luglio 2012

Anacoluto

Cosa ci spinga a sospendere un pensiero, un inizio, un desiderio, un perchè. Me lo chiedo incessantemente. Me lo chiedo e ti chiedo di non anticipare infinite grandezze che poi tornerai a nascondere.
Sorridi e ti celi. Arrivi d'un tratto, spezzi le frasi, i saluti, il ritmo incalzante degli avvenimenti.
Mi resta qualche pagina scritta e un mare di speranze.

E poi si mischiano contrasti di me. Parlo e avverto il calore di luglio e di nuovi occhi scuri. Incontri e scontri, poche facezie da raccontarsi. Non so più con chi ho a che fare: cambio repentino di soggetto.

sabato 7 luglio 2012

Il nulla.

"E - meglio di lunedì - accorgersi, nel caos dell'ipermercato o in un beato megastore, della bugia che sta alla base del mondo e in un secondo coglierlo, spogliato e crudo: il nulla."

Osservavo, forse un po' stanca, i cerchi nel bicchiere, quando l'acqua si muove. Era la quiete, il silenzio banale che c'è tra queste continue scosse, interrotte. Tutto possibile, tutto passato.
Cosa avviene non saprei dire; futili e inconsistenti momenti, un chiacchiericcio gradevole, destinato ad andar via, a restare un vacuo frastuono di ricordi. O forse no.
Non c'è nemmeno un "tu", oggi, a cui parlare. Sembra strano: non per questo le cose appaiono meno belle.

"Mi dici che ti emoziona il tramonto ed io ti chiedo se ce l'hai per caso in tasca un chewingum"

sabato 30 giugno 2012

Una puntura di spillo.


Troppe orecchie (troppi occhi!) a cui parli, ma non certo le mie. Mi manca la presunzione per leggere il mio nome fra le tue righe.
La mia rassegnazione non sa di niente: questi silenzi irreversibili mi impediscono di arrivare a dire che forse è sempre stata la mia ambizione a disgustarti. Non sarei mai arrivata a dire “mediocre”, se tu ne avessi voluto assaggiarne un po’, ridendoci su, bevendo un caffè bruciato.
Ma è bastato un colpo di coda, una ferita superficiale perché si palesasse un’espressione sdegnata che non conoscevo, che non avrei voluto conoscere.
Non lo avverti, penso.
Chissà con chi parlavi.

“Eri più bella e più gentile prima di finire in pasto all’indolenza”

giovedì 7 giugno 2012

Non c'è più niente da temere

Ora che si gioca a carte scoperte, ad armi pari. Restano due ferite sui talloni, che non servono a niente.
Una prova che l'estate è iniziata e non riesco più a pensare.

sabato 2 giugno 2012

Scirocco

"Tesoro io per te sacrificherei la vita. Di chiunque. Anche la tua."

Non lo puoi sapere, cosa voglia dire essere un altro. Non te lo immagini: riuscire a comunicare tutto più apertamente e sinceramente proprio in virtù della propria falsità. Eppure io lo so, lo sento che l'amaro in bocca c'era, che la paura, se pur vincente, si scontrava drammaticamente col desiderio. Che siamo bravi a seppellirlo, tutti. Esseri umani dotati di ragione: la scusa di Voltaire per giustificare la nostra squallida formalità. Andrai - andremo - a scontrarci contro queste contorsioni: quella sarà la fine. O l'inizio.
Eppure fa finalmente caldo, il vento estivo gonfia le tende e sono così felice...
Ma sai, ho appena scoperto una cosa importante: l'onestà non giustifica la cattiveria.

domenica 20 maggio 2012

"Giuro, non scriverò più pagine di diario"

Dei capelli, degli occhi, un naso, una bocca e delle orecchie: oggi è questo la tua immagine.
Atterrita, mi rassegno a capire che non sento più niente, che sono libera. Che non c'è niente di più estraneo ora di quello sguardo, di quella forma, stagliata forse in un passato - eppure non è che ieri! - che non riesco neanche più a definire. O banalmente, stampata sullo schermo di un computer. E si fa brutto il mio modo di scrivere, perché brutta è questa sensazione. Non ho più idea di chi eravamo. Non ho più idea se eravamo.
Il labile confine fra il sollievo e l'amarezza.
E' davvero, davvero tutto finito?

lunedì 14 maggio 2012

Il cuore di tua madre per i miei cani

Fa di nuovo freddo e ti odio. Strano, come le due cose coincidano.
Il gabbiano dice che si può morire per gioco e per scelta. Marai dice che si avvisa sempre quando si muore, o si va via.
Credo di saperlo ora: non ti perdonerò mai.
Non ti perdonerò mai di esistere.
Di avermi fatto buttare tempo nella spazzatura. Il tempo che ti fa - faceva- tremare di paura è ora laggiù, sepolto insieme a te: inutile.

martedì 1 maggio 2012

Biasimo

Poi dico che fa caldo e che la mia grafia si è fatta più piccola, meno tonda. Appuntita. Oggi il mare non mi dice niente - strano - tu nemmeno.
Le parole sono un bisogno sopravvalutato.
Credevi davvero che avrei potuto leggere negli occhi?
Non basta - no! - che mi guardi con quelle tue pupille ormai disinvolte, non capisco, come - forse -  non ho mai capito.
E' il silenzio ad essere un bisogno sopravvalutato. E ora mi chiedo cosa sarebbe stato se; se avessi capito, se capissi. Anche capire è un bisogno sopravvalutato, perciò ora mi è tutto quasi chiaro, sia pure per poco.
Mi date tutti la nausea di Sartre.
Tutto questo è insopportabile.

lunedì 16 aprile 2012

Sussurri e giambi

Mi chiedo che ne è stato della metrica nei nostri discorsi.
Sarebbe bello parlarti potendo aggiustare le clausole alla fine di ogni frase, come ad immaginare un tuo orecchio naturale per la musica che è in ogni parola, mentre la pronuncio.
Non avrei fretta nel comunicare, se a pensieri imperfetti e parole imperfetta, si accompagnasse ancora, il suono dolce che sogno di farti ascoltare.
Ma l'ho persa un'altra volta ancora la tonalità giusta, il piede catalettico con cui cantarti dei miei giorni.
Si è di nuovo scordata l'anima mia, rispetto alla tua.

domenica 4 marzo 2012

Lista della spesa.

Rivedere alcune convinzioni sulla provvidenza e sull'utilità delle mentine. Vendicarsi.
Smettere di voler capire tutto. Tagliare la unghie.
Non divagare troppo, tacere alcune faccende importanti.
Andare a dormire presto e non rinnegare troppe cose.
Bere più acqua. Vigilare sugli istinti più tristi.
Avere qualcosa da temere e qualcuno da amare.

martedì 17 gennaio 2012

Nessuna fantasia.

Serve la voce di qualcun altro per parlare.

"C'è solo un fiore in quella stanza
e tu ti muovi con pazienza
la medicina è amara ma
tu già lo sai che la berrà 


Se non si arrende tu lo tenti
e sciogli il nodo dei tuoi fianchi
e quel vestito scopre già
chi coglie il fiore impazzirà

Farà per te qualunque cosa
e tu sorella e madre e sposa
e tu regina o fata, tu
non puoi pretendere di più

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alla streghe
la strega sei tu

E insegui sogni da bambina
e chiedi amore e sei sincera
non fai magie, ne trucchi, ma
nessuno ormai ci crederà

C'è chi ti urla che sei bella
che sei una fata, sei una stella
poi ti fa schiava, però no
chiamarlo amore non si può

C'è chi ti esalta, chi ti adula
c'è chi ti espone anche in vetrina
si dice amore, però no
chiamarlo amore non si può"






Vada per oggi. Non togliermi più la fantasia però.